Il Tamer Grande è una delle escursioni più avventurose e belle dell'Agordino. Si tratta di una gita lunga e faticosa che porta a percorrere un'aerea ed affascinante cengia a cui fa seguito un breve ed "atletico" canalino. Si può fare tranquillamente senza la necessità di imbrago e corda a patto di avere esperienza di montagna e di non aver paura dell'esposizione.
Si può partire sia dal Passo Duran che dal comodo parcheggio che si trova a fianco della strada nei pressi di Malga Caleda Vecchia. Entrambe le soluzioni portano all'impegnativo sentiero che risale il Van di Caleda.
Chi parte dal Malga Caleda Vecchia deve farsi il sentiero "Troi del Portin"; esso parte salendo ripidamente per il bosco e dopo aver superato una specie di greto di torrente si incontra con il 524 che proviene dal Passo Duran. Il sentiero continua salendo deciso e ripido fino a sbucare in un ampio anfiteatro roccioso.
I prati e l'erba lasciano ben presto spazio alla pura roccia dolomitica e la traccia torna a salire con faticosi zig zag fino all'evidente Forcella La Porta.
Meglio fare un piccola pausa in forcella sia per godersi lo straordinario panorama che si apre anche verso Est che per riposare prima del tratto successivo che va percorso con particolare attenzione.
Dalla Forcella La Porta seguendo i segni di vernice rossa e gli ometti di sassi ci si incammina per la "normale al Tamer Grande". Esiste anche un Tamer Piccolo (2550 m slm) che paradossalmente è più alto del Tamer Grande (2547 m) ed il Tamer Davanti (2496 m slm).
Inizia la parte più bella della dell'escursione: l'attraversamento della Banca del Tamer, uno spettacolare cengione che taglia a metà altezza la parere Ovest del Tamer Piccolo. Non ci sono difficoltà alpinistiche o passi atletici da compiere: bisogna semplicemente proseguire in forte esposizione su un terreno a volte poco solido.
Si aggira tutta la parete fino ad arrivare ad un ghiaione che porta ad un bel canalino. Salendo con fatica ci si porta alla sua base e seguendo i bolli di vernice si va ad arrampicare i pochi metri che mancano alla vetta. Non ci sono passaggi difficili ma va affrontato con cautela. Maggior attenzione va posta durante la discesa.
Il ritorno avviene per la via di salita. La massima attenzione va posta nell'affrontare il canalino e la Banca del Tamer in discesa. Entrambi richiedono di proseguire con passo fermo, guardando ad ogni passo dove si mettono i piedi e cercando di non muovere sassi.
Una gita non molto frequentata che permette di scoprire questo meraviglioso angolo delle Dolomiti fuori dai classici giri del "turismo di massa".
Gli escursionisti più allenati possono concatenare la salita alla cima del San Sebastiano: scendendo per il Van de Caleda basterà prendere l'evidente traccia che si stacca sulla destra (scendendo) e che ripidamente porta prima in cresta e poi alla panoramica vetta.