L'escursione in Pasubio del Voro d'Uderle - Sentiero Francesco Padovan" è un'articolato percorso che permette di salire in quota concatenando due canaloni (chiamati vaji nel dialetto locale), passando per panoramiche cengette e ripidi pendii erbosi, capace di regalare vedute straordinarie su alcune delle cime più estetiche e verticali della zona.
Il percorso, che a volte è chiamato anche Vajo d'Uderle o Soglio d'Uderle, non richiede particolare esperienza alpinistica (si riesce a fare senza imbrago e corde) ma la sua lunghezza e la difficoltà di alcuni passaggi lo rendono una gita "non per tutti".
Si tratta di una delle vie più selvagge e dirette che permette anche in altissima stagione (luglio - agosto) di raggiungere la parte alta del Pasubio senza incontrare anima viva (a differenza della Strada delle Gallerie e della Strada degli Eroi prese d'assalto nei mesi estivi).
Storicamente il sentiero era utilizzato come via di rientro usata dagli scalatori che si cimentavano sulle pareti del Soglio d'Uderle e del vicino Soglio Rosso. Nel 2005 la Società Alpinisti Vicentini (SAV) ha ripristinato il percorso aggiungendo alcune staffe e delle catene nei punti più esposti e ripidi.
Il sentiero è poco frequentato e poco conosciuto, non è segnato nelle cartine (almeno non in quelle che ho io). Il segnavia ufficiale è il numero 317. Tra le immagini trovate una traccia GPS che ho registrato personalmente.
Il Voro d'Uderle percorso assieme al vicino sentiero Val Fontana d'Oro costituisce uno degli anelli escursionistici più belli della zona Sud del Pasubio, quello che regala le viste più "verticali" dell'intero massiccio.
Voro (o Vajo) d'Uderle, sentiero attrezzato Francesco Padovan
Si può lasciare l'auto in prossimità di Prà dei Penzi un pittoresco slargo erboso distante poche centinaia di metri dal bivio di Ponte Verde.
Si sale per una comoda strada mulattiera fino ad incrociare il bivio per il sentiero Fontana d'Oro che non va preso. Si prosegue ancora per la strada forestale facendo attenzione a scorgere sulla destra l'inizio del sentiero segnalato da una targa posta dalla Società Alpinisti Vicentini (SAV).
Inizia un ripido e faticoso sentiero a zig zag che velocemente risale tutto il bosco fino a portarsi ai piedi delle pareti verticali del Soglio Rosso. Si cammina letteralmente sotto le pareti e per questo è obbligatorio avere indossato il casco protettivo. Con una serie di saliscendi si passa tutta la grande parete fino a giungere alle targhe commemorative installate dalla SAV in ricordo di Giuseppe e degli alpinisti Francesco Padovan e Gino Bortolan prime persone che hanno vinto la verticalità di queste pareti con la via del Gran Solco il 1 luglio 1928.
Il sentiero ora si inerpica per uno straordinario vallone. Un breve ed esposto passaggio di arrampicata porta il sentiero all'interno del vajo che si risale con una divertente serie di passaggi un grandissimo calotaio.
Giunti sotto la parete del Soglio d'Uderle il sentiero gira verso sinistra e risalendo un ripidissimo pendio erboso si porta alla base della Bocchetta d'Uderle.
Qui si incontra un canalino attrezzato con delle catene ed in pochi minuti si sbuca in una panoramica sella a quota 1490 m slm ed il cartello ci dice che mancano ancora 2 ore all'innesto con la Stada delle Gallerie.
Si prosegue ora con una bella traversata su pendii erbosi fino ad incontrare un bel canalone erbose che si risale interamente. Alla sua fine, dalla forcellina ci si abbassa di qualche metro e si torna a seguire il sentiero che ora corre tra un groviglio di mughi. Il sentiero prosegue traversando la base di alcune pareti rocciose fino a portarsi alla partenza di un lungo vajo pieno di massi e detriti: è il canalone dove si trovano i resti di un incidente aereo del 1992 in cui morirono 6 persone. Si trovano ancora resti della carlinga dell'aereo, vestiti ed effetti personali degli sciagurati; qui un articolo dell'epoca: trovati i rottami del Piper PA 46 Malibù.
Si risale, non senza fatica, tutto il vajo inizialmente avanzando con una divertente scalata tra grandi massi e successivamente alternando passaggi su pendio erboso a tratti di ripido di sentiero.
Si giunge alla Sella del Soglio Rosso a quota 1810 m slm dove finalmente si apre la vista anche sul labirinto roccioso del Pasubio verso Est.
Si vede anche la fine del sentiero Voro d'Uderle ovvero la Strada delle 52 Gallerie e si sentono anche le voci dei tantissimi escursionisti che la percorrono.
L'ultima parte dell'itinerario passa per alcune costruzioni militari della Prima Guerra Mondiale abbandonate ed in pochi minuti si innesta grazie ad un maestoso muro di sassi a secco alla Strada delle Gallerie. Altre informazioni sul percorso si possono trovare sul sito ufficiale della Società Alpinisti Vicentini: Sentiero Voro D'Uderle F. Padovan. Il tempo medio per fare tutta la salita è di circa 3 ore e 30 minuti.
A questo punto chi ha tempo e forze può proseguire verso il Rifugio Papa e visitare la Zona Sacra "dei Denti" e salire fino a Cima Palon. Per il ritorno è possibile scendere per la Val Canale oppure, consigliato, compiere uno straordinario giro ad anello scendendo attraverso il sentiero della Val Fontana d'Oro.
Mappa dell'escursione Voro d'Uderle
Non ho trovato il sentiero segnalato nelle cartine che possiedo. Di seguito trovate la traccia GPS che ho registrato visualizzata su base Mapbox; la gita del Voro d'Uderle è quella evidenziata in giallo. Passando sotto alte pareti di roccia e tra profondi canaloni il segnale non è molto preciso ma rende l'idea di dove si passa per riuscire a salire dal bivio che si trova sulla strada di Raspanche fino alla Strada delle 52 Gallerie tra la galleria 48 e 49.