Itinerario selvaggio, lungo e ricco di storia per esplorare le Tofane


La Cengia Paolina è una delle gite a cavallo tra l'escursionismo e l'alpinismo più belle che si possono fare in Dolomiti. Si tratta di un percorso lungo, faticoso, con tratti esposti e non protetti ma ricco di fascino e storia.

Escursionista su Cengia Paolina
Escursionista sulla magnifica e selvaggia cengia Paolina delle Tofane, Cortina d'Ampezzo.

Lungo questi terrazzamenti delle Tofane infatti c'erano numerose postazioni dei soldati durante la Prima Guerra Mondiale: sono ancora numerosi i resti delle baracche, ponti, scatolette e filo spinato. A testimoniare inoltre il grande valore storico di questo impegnativo trekking è il secondo nome con cui è conosciuta la cengia Paolina ovvero la Cengia Sabelli in onore al tenente Sabelli caduto durante la Guerra.

Aggiramento spigolo
Durante l'escursione si incontrano numerosi resti della Prima Guerra Mondiale.

L'itinerario è molto lungo e faticoso, va affrontato solamente con un meteo stabile e sicuro e certi di avere un adeguato allenamento. Altra avvertenza: poiché ci sono alcuni nevai da attraversare e non si conoscono mai le loro condizioni è necessario portare con se ramponi e piccozza. 

I passaggi realmente esposti e pericolosi non sono molti, però ci sono e vanno affrontati con passo fermo e con assenza di esitazione.

Passaggi esposti
Alcuni passaggi sono piuttosto esposti: non bisogna commettere errori e proseguire con prudenza.

Solitamente si parte lasciando un'auto al Rifugio Angelo Dibona e tornando per il Ra Valles. In questa relazione siamo partiti dal Rifugio Dibona e siamo scesi fino a Sant'Uberto (poco sopra Fiames) percorrendo il lungo e difficile canalone Ra Ola in discesa (opzione probabilmente più breve ma non più facile).

Il sentiero della Cengia Paolina era segnato sulle cartine fino a qualche decina di anni fa. La manutenzione molto impegnativa e il carattere decisamente alpinistico dell'itinerario tuttavia hanno portato alla sua eliminazione dalle mappe.

Attualmente in qualche cartina si trova ancora la traccia segnata con i puntini neri a ricordare che è un itinerario "esistente" ma a cui non viene fatto alcun controllo e nessuna manutenzione.

Ambiente maestoso
Il maestoso ambiente delle Dolomiti visto dalla Cengia Paolina.

Il sentiero della Cengia Paolina alle Tofane con discesa per Ra Ola fino a Sant'Uberto

Ecco una panoramica della Cengia Paolina dal Dibona a Sant'Uberto.

Cengia Paolina (Cengia Sabelli)
Traccia della Cengia Paolina su Google Earth.

Lasciata l'auto al Rifugio Dibona a quota 2083 m slm si sale per facile e largo sentiero (segnavia 403) fino al Rifugio Giussani posto ai piedi della straordinaria parete Nord-Est della Tofana di Rozes (o Tofana Prima 3225 m slm).

Una volta giunti al Rifugio Giussani (2580 m slm) consiglio di entrare per chiedere informazioni sulla Cengia Paolina e per un ultimo caffè prima di 6-7 ore di sentiero selvaggio.

Tofana di Rozes
Panorama sulla Tofana di Rozes dal Masarè.

Lasciato il rifugio alle nostre spalle si prosegue per il sentiero che attraversa il Masarè ovvero il grande altopiano roccioso tra la Tofana di Rozes e la Tofana di Mezzo punteggiato di grandi massi (sempre segnavia 403).

Dopo qualche minuto bisogna prestare attenzione a scorgere sulla nostra destra le indicazioni cancellate per la Cengia Paolina. Non si farà fatica a notarle poiché la traccia ed il segno di vernice grigia sul sasso è ancora ben visibile.

Segnavia coperti
Segnaletica coperta da vernice per la Cengia Paolina sulle Tofane.

Si prende la traccia che prosegue verso Nord e si punta dritti verso un nevaio. La testa del nevaio rappresenta l'accesso alla Cengia Paolina, per attraversarlo sono quasi sempre necessari i ramponi (non sottovalutare questo tratto).

Accesso cengia Paolina
Per accedere alla Cengia Paolina è necessario attraversare un ripido e spesso ghiacciato nevaio (usare ramponi e piccozza).

Alla fine del nevaio si monta sulla cengia ed inizia la lunga avventura nel cuore delle Dolomiti d'Ampezzo.

La prima parte corre su una tratta di ghiaia solida e ben marcata che si sviluppa a picco (si parla anche di 700 m di parete verticale) sulla Val Travenanzes. Nonostante la severità dell'ambiente il senso di esposizione non è mai eccessivo essendo la cengia sempre piuttosto larga, ben battuta e stabile. 

Cengia Paolina
Passaggi esposto sulla prima parte della Cengia Paolina sulle Tofane.

Si prosegue doppiando la punta Nemesis 2775 m slm (grande triangolo di roccia giallastra) entrando nel primo grande circo glaciale ai piedi della Tofana di Mezzo.

Superato lo spigolo il sentiero non corre più aereo ed esposto ma attraversa un grande circo che richiede di affrontare nevai e di camminare su un curioso tratto in cui si entra letteralmente all'interno di una parete di roccia color verde-panna.

Passaggio scenografico
Uno dei passaggi più originali della Cengia Paolina (non difficile).

La Cengia Paolina prosegue per traccia quasi sempre ben visibile e ancora oggi perfettamente segnalata. Si perde leggermente quota contornando fedelmente le rocce alla nostra destra facendo sempre attenzione a dove e come si mettono i piedi.

Passaggio difficile
Alcuni passaggi della Cengia Paolina richiedono di proseguire con particolare attenzione.

Si prosegue con un lungo saliscendi fino ad arrivare in un grande canale roccioso.

Potrebbe sembrare che l'itinerario prosegua ancora per cengia ed invece bisogna svoltare decisamente a destra (direzione Est) e faticosamente risalire una ripida parete.

Parete da salire
La parete da risalire a circa metà percorso della Cengia Paolina.

Il dislivello da superare non è tanto ma la stanchezza inizia a farsi sentire.

Risalita parte centrale
La faticosa risalita del canalone presente a circa metà Cengia Paolina.

Si arriva in un punto panoramico eccezionale in cui conviene fare una pausa per riprendere energia e mangiare qualcosa.

Si prosegue scendendo nel secondo circo glaciale per un grande canalone su terreno non banale fino a riprendere il percorso in cengia.

Ora inizia quello che secondo me è il tratto più bello dell'itinerario. Si cammina su un'esile traccia sospesa a picco sulla Val Travenanzes. Davanti e dietro a noi le mastodontiche pareti della Torre Fanes, Monte Ciaval, Furcia Rossa e Croda del Vallon Bianco, dopo un po' appare anche la Croda Rossa d'Ampezzo e le sue caratteristiche ghiaie color ocra.

Cengia Paolina
La Cengia Paolina per lunghi tratti è un percorso molto aereo.

In questo tratto il sentiero presenta alcuni passaggi delicati in cui non sono ammessi errori.

Panorama sul Val Travenanzes
Panorama su Val Travenanzes e sulla Croda del Vallon Bianco.

In particolare si dovrà attraversare una parete di roccia compatta in cui serve concentrazione e passo sicuro (si intuisce che una volta era protetta da cavo d'acciaio).

Passaggio esposto
Il passaggio più pericoloso di tutto l'itinerario: da fare con attenzione e molta cautela.

Aggirato lo spigolo l'itinerario riprende a salire su un terreno non banale (roccette e passaggi tra mughi).

Dopo essere saliti per quasi un centinaio di metri il sentiero torna ora a perdere quota e attraversa il terzo circo glaciale che si trova ai piedi di Cima Formenton

Attraversando delle ripide ghiaie si supera uno spigolo e si vede l'ultima salita da fare. Qui il terreno è pieno di piccole e grandi frane.

Bisogna interpretare il terreno fino ad arrivare a una forcella nei pressi di un caratteristico pinnacolo roccioso.

Ultima parte
Foto dell'ultima esigente parte della Cengia Paolina in Tofane.

Dalla forcella si vede per la prima volta il grandioso canalone di Ra Ola che però ancora non si può raggiungere: è necessario continuare la salita verso Sud-Est puntano alla Forcella Ra Ola. 

Finalmente si è letteralmente dentro il canalone Ra Ola. La discesa è molto difficile, fare attenzione!

Il sentiero è segnato nelle cartine ma non va assolutamente sottovalutato. La parte alta è un facile e divertente scivolare sulle ghiaie fine molto mobili.

La parte centrale invece richiede di scendere con estrema attenzione: le ghiaie scivolose poggiano su roccia ferma e molto tagliente.

Parte alta Ra Ola
La divertente parte alta del Vallon di Ra Ola.

Si scende non senza difficoltà fino ad incontrare il torrente. La traccia in prossimità del torrente diventa più solida e stabile permettendo di scendere velocemente fino al Ponte dei Cadorìs in pochi minuti. 

Vallon de Ra Ola
Il lungo, difficile e selvaggio Vallon di Ra Ola.

Il vantaggio della discesa per il canalone Ra Ola è che si perdono 700 m di quota in poco tempo. Lo svantaggio è che il terreno è difficile e pericoloso.

Chi non sa "gestire" le discese per ghiaioni è meglio che decida di scendere per il Ra Valles (segnavia 407).

Canalone Ra Ola
L'impressionante canalone Ra Ola visto dalla parte bassa della Val Travenanzes.

Dal ponte Cadorìs si percorre la parte bassa della Val Travenanzes passando per un ambiente straordinario fino ad arrivare ai parcheggi di Sant'Uberto.

Itinerario superlativo da non sottovalutare: lungo e faticoso

La Cengia Paolina non è un itinerario con difficoltà alpinistiche esagerate, anzi tecnicamente è piuttosto facile. La sua difficoltà consiste nella lunghezza (mettere in conto dalle 6 ore in su, mediamente 8-10), nell'ambiente selvaggio, nella possibilità di trovare il sentiero spazzato via da frane.

I passaggi esposti e pericolosi sono pochi, ma ci sono e vanno affrontati con passo fermo.

Ci sono inoltre alcuni tratti in cui è facile perdere la traccia anche con il meteo perfetto, pertanto è da evitare assolutamente se ci sono nuvole basse e nebbia. 

Però a fronte di tutte queste difficoltà la soddisfazione che si prova a concludere la Cengia Paolina vi ripagherà ampiamente della fatica fatta (e delle piccole ferite che sicuramente vi sarete fatti soprattutto se scendere per il Ra Ola).

Panorama Val Travenanzes
Tutta la cengia Paolina regala una vista impagabile sulla Val Travenanzes.

Galleria 59 foto


Posizione geografica

Guarda sulla cartina dove si trova l'attività outdoor Cengia Paolina alle Tofane.

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