Spunti e riflessioni dal Cerved Next

Appunti, riflessioni e spunti dalla prima edizione del Cerved Next, evento dedicato alla Data Driven Economy

Ho avuto il piacere di partecipare al primo Cerved Next evento organizzato da Cerved focalizzato sulla Data Driven Economy. Quando a proporre un evento del genere è un gigante del calibro di Cerved è star certi che "qualcosa di buono salta fuori". Gli organizzatori parlavano di circa 3200 registrazioni, mentre la partecipazione effettiva si è attestata attorno alle 2000 persone (quel giovedì a Milano c'è stata anche l'esondazione del Seveso, probabilmente qualcuno ha avuto difficoltà a raggiungere gli East End Studios). Riporto alcuni degli spunti più interessanti in ordine del tutto sparso, casuale e disordinato.

L'amministratore di Cerved, Marco Nespolo, assieme al giornalista Gennaro Sangiuliano partono subito con le riflessioni che hanno fatto scaturire la decisione di fare un evento dedicato al mondo dei dati. L'accelerazione con cui stiamo producendo ed elaborando i dati sta impattando tutti i settori della società e mentre le aziende con qualche difficoltà stanno cercando di capire come estrarne valore, con maggior difficoltà il "regolatore" sta cercando di normare il fenomeno.

Vi è un impatto operativo ed uno strategico. L'impatto operativo è pervasivo in tutte le industrie ed ha a che fare con il trattamento degli stessi. L'impatto strategico sta cambiando radicalmente la morfologia di interi mercati abbattendo le barriere all'ingresso da partedi nuovi player, cambiando la definizione di adiacenze, le dimensioni di una impresa non contano più. Nessuna impresa in nessun ambito economico può prescindere dall'avere in seno ad essa la capacità di trattare il dato.

Da tenere a mente che per osservare il fenomeno è necessario considerarlo come una rivoluzione industriale che si sta sviluppando in un mondo che vede lo spostamento di ricchezza dall'occidente all'Asia.

Mentre gli USA stanno dimostrando di avere una buona capacità nel tenere il colpo, mentre Cina e India stanno diventando i poli manifatturieri, l'Europa e l'Italia in particolare stanno avendo una crisi di vocazione. L'Italia che fino ad oggi vive e prospera perchè riesce a mettere un po' del "genio italiano" nei prodotti cosa farà nei confronti della "digital transformation"?

Queste sono le bellissime domande e riflessioni che hanno aperto il Cerved Next. Ci sono state grandiosi interventi da parte degli speaker.

Mi è piaciuto quello di Jeremy Palmer che ha portato degli esempi di come i dati possano concretamente portare benefici anche ad aziende industriali.

jeremy palmer cerved next su diversità dati

 

Sono rimasto sbalordito nonchè affascinato dall'intervento di Daniele Quercia che ci ha mostrato, anche in questo caso concretamente, come sia possibile "Measuring the unmeasurable". Con tecniche di Machine Learning e con la raccolta di grandi quantità di dati (opinioni delle persone in questo caso) è possibile definire indirettamente cosa rende "bello e piacevole" una casa, una città o un qualsiasi altro oggetto. Seguite Daniele Quercia, ne vale la pena!

misurare il non misurabile grazie al machine learning

 

Secondo me un po' trascurato il tema della blockchain. Presente il sempre chiaro e simpatico Ferdinando Ametrano che però, questa è una mia opinione, è troppo focalizzato sul Bitcoin. Ma sentirlo parlare e riuscire a seguire la sua storia è sempre oltremodo interessante, anche in Italia abbiamo qualcuno che può dire la sua su queste tecnologie (e monete).

ametrano bitcoin

 

Ed infine l'intervento che immagino più abbia caricato il pubblico nella sala centrale, Andrea Rangone, il Jimy Hendrix della quarta rivoluzione industriale. Ha messo in chiaro alcuni punti che tutti dovremmo avere bene in testa. Primo fra tutti che la rivoluzione che stiamo vivendo non è una cosa che ha a che fare con l'informatica: è una rivoluzione culturale che cambierà per sempre l'umanità.

rangone quarta rivoluzione industriale e culturale

 

Ci ri-vediamo il 13 giugno 2019 per la seconda edizione!