L'utilizzo di un S.I.T. come supporto all'intero processo di pianificazione territoriale è notoriamente in grado di garantire una maggiore velocità nello sviluppo dei processi decisionali.
Il sistema Informativo Territoriale non è un sistema intelligente, ma una maniera intelligente di utilizzare i dati territoriali e può essere pensato come un insieme di: Informazioni opportunamente raccolte e Catalogate; Tecnologie (Hardware Software); Processi per il trattamento delle informazioni; Tecnici che interpretano e valutano informazioni e risultati;
L'utilizzo di un S.I.T. come supporto all'intero processo di pianificazione territoriale è notoriamente in grado di garantire una maggiore velocità nello sviluppo dei processi decisionali e nello stesso tempo offre la possibilità di esaminare in maniera più agevole una moltitudine di aspetti aventi rilevanza territoriale.
Gli strumenti posti a disposizione da un S.I.T. consentono, infatti di:
Appare quindi chiaro come il punto di partenza irrinunciabile per lo sviluppo dell'attività di un SIT è l'esistenza di un banca dati geografica di base che proprio l'importanza che riveste e per l'elevato numero di utenti cui è diretta deve essere elaborta con una logica comune ed ispirata al concetto di standardizzazione.
Tutti gli Enti impegnati nelle attività di governo e pianificazione del territorio, infatti, proprio per la complessità dei problemi che spesso si trovano a dover affrontare, hanno bisogno di raccogliere ed utilizzare una grossa mole di dati territoriali che molto spesso provengono da fonti diverse e pertanto la standardizzazione del dato geografico si pone come unica strada percorribile per consentire questo scambio agevole del dato e per mantenere elevato il livello qualitativo dell'intera banca dati territoriali.
Dal punto di vista normativo occorre sottolineare che a livello nazionale non esiste a tutt'oggi una produzione normativa di settore che abbia affrontato in maniera compiuta il problema e pertanto l'unico riferimento consiste nell' "Intesa Stato - Regioni-Enti Locali in materia di Sistemi Informativi Geografici" siglata in sede tecnica il 16 luglio 1996 (presso la Conferenza Stato-Regioni con l'acquisizione del consenso in materia per la parte dello Stato di oltre 6 Ministeri, dei cinque organi cartografici dello Stato e dell'Autorità per l'Informatica della Pubblica Amministrazione) e dalla quale è stato poi originato il disegno di legge (csd D.D.L. Veltri) "Coordinamento dei Sistemi Informativi Geografici di interesse generale" mai convertito in legge.
Il documento finale prodotto da tale intesa, in attesa di un quadro normativo-tecnico preciso (si attendono a tale scopo i risultati del lavoro del Comitato Tecnico insediatosi a seguito di tale intesa), sottolinea comunque la necessità di costituire una banca dati territoriali elaborata con una logica comune e fornisce i principi ispiratori atti a favorire le intese programmatiche tra i vari Enti operanti sul territorio per consentire uno scambio agevole dei dati, evitare duplicazioni di interventi e mantenere elevati gli standards qualitativi del database geografico risultante.
Proprio sulla base dei principi dettati da tale intesa la Provincia di Lecce ha provveduto ad elaborare un "Disciplinare per la cessione di documentazione cartografica e per la fornitura di servizi indirizzati alla creazione di database territoriali" attraverso il quale ha già stipulato delle Convenzioni con i diversi Comuni della Provincia (art.lo 24 della L. 142/90 Ordinamento delle autonomie locali) e con altri Enti operanti sul territorio (ENEL, Consorzio di Bonifica dell'Arneo, ecc.).
Tutte le convenzioni sono comunque ispirate al principio della compartecipazione agli oneri necessari alla realizzazione dei diversi database territoriali (alle diverse scale) proprorzionalmente al grado di utilità che gli stessi rivestono per ognuno dei contraenti; pertanto ogni Ente compartecipa agli oneri sostenuti dalla Provincia nella fase di realizzazione della banca dati di base (cartografia e prodotti derivati), ma nello stesso tempo si impegna a "riversare" all'interno del database i dati territoriali in suo possesso (e/o quelli che produrrà per il futuro) e per i quali la Provincia, a sua volta, gli riconosce un contributo.
In tale maniera il database si va completando su una struttura di base comune (la cartografia C.T.P.N. 1:10.00 o altre coperture cartografiche definite comunque di comune accordo e pertanto raccordabili) che facilita pertanto l'integrazione delle informazioni e l'utilizzo delle stesse da parte di più utenti possibili.
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